Giro delle Fiandre 2020, l’analisi di Tom Boonen: “Meno chilometri, più corridori che possono vincerlo”
Gli organizzatori del Giro delle Fiandre hanno deciso di accorciare di una trentina di chilometri l’edizione 2020. E per farlo, hanno eliminato il passaggio sul Muro di Grammont, altrimenti noto come Geraardsbergen. In Belgio non mancano le polemiche conseguenti alla decisione di Flanders Classics: dibattiti “politici” a parte, la prossima Ronde, prevista per il 18 ottobre, sarà decisamente diversa rispetto a quelle che erano le attese iniziali, non tanto per il passaggio sul Muur (che sarebbe comunque stato a notevole distanza dal traguardo), ma per via della distanza da percorrere, che scende sotto la soglia dei 250 chilometri.
Ad analizzare il nuovo scenario ci pensa uno che di Fiandre se ne intende, visto che ne ha vinti tre: “Sì, quest’anno ci sta provare una Ronde più corta – le parole di Tom Boonen raccolte da Het Laatste Nieuws – Tra l’altro, se sarà più divertente rispetto al passato, potrebbe anche rimanere ridotto per le prossime edizioni. Tutte le gare stanno venendo accorciate perché, con il nuovo calendario, bisogna ridurne le durate. Questo di certo è un anno particolare, se c’è un momento giusto per provare qualcosa di diverso direi che è proprio questo”.
Anche Boonen sentirà comunque la mancanza del Muro di Grammont: “Purtroppo, il Muur è stato vittima della necessità di ridurre i tempi delle gare: è un peccato, perché negli ultimi anni si è visto che può sempre succedere qualcosa. Le basi della vittoria di Philippe Gilbert nel 2017 sono state gettate lì. È sempre un momento interessante della corsa”.
“Dal mio punto di vista, preferisco vedere una classica che arriva almeno a 260 chilometri – dice il belga, vincitore del Giro delle Fiandre 2005, 2006 e 2012 – Ma so per esperienza che a volte una gara più breve può essere più difficile. Su un chilometraggio più lungo, spesso i corridori si risparmiano fino alla fine. In questo caso, avremo molto probabilmente un andamento diverso di gara. In una Ronde ‘normale’ ci sarebbero ciclisti in grado di fare la differenza nell’ultima ora di gara. Ma così, ci sarà almeno il 10 per cento in più di corridori che avranno la possibilità di vincere”.
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